Premio Etereart

Mauro Paparella vince la seconda edizione del premio Etereart

All’artista Mauro Paparella è stato conferito, il 14 dicembre 2019, il premio Etereart 2019 (seconda edizione) in occasione della cerimonia di premiazione del Visual Art’s Great Trophy – I Colori dell’Arte, presso Palazzo Fruscione (Salerno), indetto dall’Associazione storico culturale e di spettacolo per la promozione turistica della Campania “IL CASTELLO” rappresentata dal presidente Geom. Bruno Di Cerbo. Presenti alla manifestazione il presidente Bruno Di Cerbo, la dott.ssa Mariangela Bognolo critico e storico dell’arte, la dott.ssa Maria di Stasio scenografa teatrale e cinematografica ed Emilio di Cerbo maestro dell’Arte della Fotografia ed Accademico Internazionale delle Avanguardie Artistiche.
L’artista ha esposto le sue opere in una mini personale dal titolo “The Colors of Torment“.
La dottoressa Bognolo ha redatto la seguente critica:
La sperimentazione, l’accostamento di diverse tecniche pittoriche e il tormento emotivo sono i punti chiave su cui si basa l’arte di Mauro Paparella.
Nei suoi dipinti si uniscono diverse tematiche artistiche: l’arte informale, figurativa, cubista, espressionista, del décollage e del Nuovo Realismo. Un vortice artistico che ha condotto l’artista ad una sperimentazione tormentata da cui nasce un’arte fatta di emozioni e sensazioni forti.
In ogni suo dipinto vi è una presenza costante: il sole. Esso viene raffigurato dall’artista con vari colori a seconda del sentimento che vuol far emergere. Questo astro è una divinità onniveggente dal supremo potere cosmico, centro dell’essere e della conoscenza intuitiva e l’occhio del mondo interiore.
Anche il colore ha un ruolo fondamentale e in alcuni punti assume un aspetto graffiante, come se una mano divina aprisse un varco nella tela, permettendo un contatto tra il fruitore e un mondo superiore. Lo sfondo diviene la quinta scenica di un teatro immaginario in cui trovano spazio personaggi del passato, oppure case e palazzi o strani uomini dagli occhi vuoti o dalla testa a forma di cubo. Ogni cosa, persona o architettura vive in stretta relazione ed è metafora delle sensazioni e dei tormenti della vita reale.
L’artista analizza la psicologia dell’essere umano e descrive visivamente i baci nascosti di due amanti che vengono spiati da chi fa finta di non vedere ma conosce tutto. Racconta l’IO interiore attraverso sguardi ciechi e orbite svuotate proprio come fece Modigliani a suo tempo. Ci dice, inoltre, di dare il giusto peso alle cose grandi o piccole, belle o dolorose e che tutto prima o poi trova un suo equilibrio come se ogni essere umano fosse una piccola tessera del cubo di Rubik.”

Mariangela Bognolo

Critico, curatore, storico dell'arte, Direttore Artistico di radio Rete Top 95, Capo Dipartimento Beni Culturali CAD Sociale provincia di Venezia, Socio Onorario Benemerito dell'Associazione storico culturale e di spettacolo per la promozione turistica della Campania “ IL CASTELLO ”.
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