L’arte di Sobin Park in mostra a Venezia
Venerdì 30 agosto presso il Laboratorium Venezia è stata inaugurata la mostra dell’artista Sobin Park, Poetry in Motion, organizzata dalla curatrice newyorkese Thalia Vrachopoulos.
Il titolo di questa mostra trae ispirazione dai movimenti che Park esegue nello spazio ma allo stesso tempo si riferisce anche all’omonima canzone degli anni ’60 di Johnny Tillotson. I movimenti dell’artista, attraverso lo spazio durante la creazione delle sue opere, consentono di guardare alla sua produzione sia in termini di performance che di arte visiva.
Le peregrinazioni improvvisate, misurate e graziose dell’artista attraverso lo spazio, danno vita a forme potenti create attraverso i suoi movimenti fisici. Le sue opere, inoltre, vengono prodotte in un lasso di tempo molto lungo durante il quale i movimenti del suo corpo la portano a produrre grandi tele di 9/10 metri.
La sua arte consta di due soggetti, il drago (Yang-maschio) e la femmina (Yin-femmina) ovvero gli opposti taoisti, complementari e simultaneamente interrelati in natura. Questi protagonisti si contrastano giustapponendo l’oscurità sfumata del drago, resa perfettamente da Park con l’uso della grafite, contro la delicata carta bianca, che si trasforma nella pelle traslucida della donna. I due motivi sono inseparabilmente correlati e possono essere letti come un’unione sessuale, pur mantenendo il significato più profondo della cosmologia coreana. Sono combinati come l’equilibrio dell’uomo e la donna nei principi Yin e Yang del Taoismo.
Dagli anni ’70 e con l’arrivo di Laurie Anderson, Marina Abramovic e Carolee Schneemann, la performance art si è legata anche alle tematiche femministe coinvolgendo il corpo della donna. Nei suoi dipinti, Park non si limita a coinvolgere il corpo femminile, suo motivo ricorrente e centro della sua ricerca. Il drago di Park è intrecciato con una bella fanciulla nuda che partecipa attivamente all’opera erotica, perché non si limita a posare passivamente in attesa di essere disegnata.
La mostra rimarrà aperta fino al 30 settembre presso Laboratorium Venezia, Santa Croce – Calle de Mezo, 1592, Venezia, con accesso da Campo san Giacomo dell’Orio.