Luce, armonia e ricerca spirituale sono le tre parole chiave su cui si basa la pittura dell’artista Luca Marin.
Attraverso l’uso del mezzo figurativo, l’artista riesce ad esprimere concetti emozionali facilmente recepibili dall’osservatore in quanto l’occhio umano riconosce le forme e il pensiero facilmente le elabora.
L’espressione pittorico-poetica di Luca Marin è rappresentata attraverso il paesaggio. All’interno di questo ambiente naturale, l’artista ricrea magistralmente tutti gli elementi che lo compongono ma essi vanno ad assumere un particolare significato che va oltre il concetto di natura in sé e questo vale anche per le strutture architettoniche poste all’interno di questo contesto.
Un elemento artificiale che spesso si ritrova nei suoi dipinti è la “casa”. Per l’artista l’idea di costruzione, come elemento abitativo, non è solo quello di vivere al suo interno ma è il “luogo” della propria esistenza, della propria essenza, del proprio IO e della propria interiorità. E’ il luogo in cui ci si sente al sicuro da tutto e da tutti. Nell’opera “Casale sul fiume al tramonto” ci sono case che presentano finestre illuminate, luoghi familiari caldi e accoglienti dove la luce è serenità e appagamento oppure come disse Ungaretti “il vero amore è come una finestra illuminata […]. Il vero amore è una quiete accesa”.
Nel mondo di Luca Marin esistono anche delle case che non presentano porte e finestre ed
esse sono la metafora di una chiusura verso il mondo come nel caso del dipinto “Sulla collina”. Queste due costruzioni sono la rappresentazione simbolica dei due personaggi posti in primo piano. La donna guarda l’uomo come se cercasse una risposta alle sue domande, mentre l’uomo rivolge lo sguardo verso l’alto, come se ambisse ad un contatto con il divino. L’atteggiamento del personaggio maschile è la chiara rappresentazione del suo isolamento dal mondo circostante ma un cavallo lo osserva. Questo animale tipicamente sciamanico e messaggero dell’aldilà è una sorta di spirito protettore e portatore di luce.
Altro elemento di notevole importanza, quasi sempre presente nei dipinti di Luca Marin, è l’acqua sottoforma di torrente, fiume o ruscello (“Ruscello nel bosco con figura”). Essa e la
metafora della vita che scorre. Tutto le cose sono soggette ad evoluzioni e cambiamenti e l’uomo non può vivere una stessa esperienza due volte. Il tempo non si ferma e tutto muta richiamando, così, il concetto eraclitiano del panta rei. Tutto sta ad indicare i cambiamenti in atto nell’artista, una sorta di continua ricerca interiore che lo portano a dialogare con la natura al fine di ricevere una risposta alle sue domande. Questa ricerca è ben esemplificata dall’opera “Sentiero nel bosco con figura”.
Da non sottovalutare è il concetto del bosco. In queste opere non vi è la “selva oscura” di dantesca memoria ma la “Divina Foresta”, quella che conduce alla serenità dopo un percorso lungo e faticoso (“Sentiero nel bosco con figura” e “Sentiero di campagna”).
Tutti questi elementi mescolati tra loro creano una sorta di pittura unica il cui fil rouge è la luce.
La luce dà risalto al colore e all’intera composizione ma non può esistere la luce se non vi sono le ombre ed è un concetto che aveva ben presente Goethe e lo esplica nella sua teoria del colore e lo riprenderà, successivamente, Steiner nella sua teoria filosofico-spirituale. Alla base dei dipinti di Luca Marin vi è una certa sensibilità legata alla filosofia steineriana, in cui l’artista stesso ricerca nel proprio inconscio quelle potenzialità che gli permettono di raggiungere quello stato conoscitivo che va “oltre” la realtà tangibile. La pittura, quindi, diviene un mezzo che permette all’osservatore di rapportarsi con ciò che sta al di là dell’opera stessa. Il dipinto non è più un solo oggetto estetico ma un tramite che aiuta ad esplorare la parte più recondita della psiche umana.
Tutto il corpus pittorico dell’artista risente dell’influsso della pittura surrelista-metafisica di Carlo Carrà ma in alcuni dipinti vi è una chiara ripresa del puntinismo di Georges Seurat.
Luca Marin è un artista che sa emozionare, provocare sensazioni contrastanti tra loro come malinconia e serenità e riesce a far vibrare le corde dell’anima insegnandoci che un’opera non va solo guardata ma va anche ascoltata.