Debra Holt ama da tutta una vita la natura ed è attratta dalla bellezza della natura selvaggia. E’ una viaggiatrice e fotografa di fama mondiale e la sua passione è quella di esplorare culture meno conosciute e catturare la loro umanità e il loro spirito. Nei suoi recenti viaggi, in Medio Oriente, è rimasta affascinata dal vasto paesaggio desertico e dalle persone che reputano questo territorio la loro casa.
Attraverso il deserto arabo, arido e polveroso, viaggiano le popolazioni nomadi. Figure robuste, cammelli e tende si stagliano nel vasto cielo del deserto, come hanno fatto per migliaia di anni. Qualcosa, però, è cambiato. I mutevoli concetti di proprietà hanno spinto molti nomadi a scambiare interminabili camminate al pascolo per fattorie, abitazioni rupestri e baracche. Alcuni hanno dato in cambio i loro cammelli per camion e i loro abiti tradizionali per vestiti in flanella e jeans.
Possiamo ancora guardare nel lontano passato. Possiamo connetterci nel presente ad un antico modo di vivere, lontano dalla nostra esistenza relativamente semplice e riflettere sulla battaglia umana per la sopravvivenza in un ambiente ostile. Un mare infinito di sabbia e pietra saluta il visitatore. In questa interminabile distesa di sabbia appaiono incombenti torri di roccia immutabili nel tempo.
La quotidianità nel deserto è incisa nell’animo della gente così come in ogni granello di sabbia. I bambini accolgono i visitatori con uno sguardo penetrante e consapevole. Gli anziani sorridono sempre e i loro occhi così espressivi sono segnati dal tempo. Ricchi tessuti adornano le loro teste e aggiungono colore alle pareti della grotta in pietra tenera.
Con questa collezione, Holt ha cercato di catturare l’umanità, la bellezza e l’incredibile capacità di sopravvivenza di queste persone uniche. L’artista è affascinata da tutto ciò che riguarda queste tribù, specialmente dal modo in cui si adattano al loro ambiente e a come utilizzano le risorse naturali, presenti nel territorio, per sostenersi e prendersi cura di sé e del proprio bestiame. Oltre a questo, ha cercato di creare una finestra in un mondo senza tempo, dove l’uomo e la natura esistono in un equilibrio precario, e dove il passato e il presente si fondono insieme come l’orizzonte del deserto.