BIVACCO – UN PROGETTO DELL’ASSOCIAZIONE ARTINTHEALPS

Il 2019 segna il centenario della firma del trattato di Saint-Germain, quando il Tirolo era diviso in due. Come risultato, l’Alto Adige e il Trentino sono stati incorporati nello Stato italiano. In ricordo, l’Associazione ArtintheAlps presenterà il progetto Bivacco a un pubblico internazionale durante la 58. Biennale di Venezia, basato su un’idea dell’artista Hannes Egger e curata di Christiane Rekade.
Manifestazione tangibile di un ideale e grande rifugio alpino, questo originale bivacco di montagna rappresenta uno spazio aperto, transfrontaliero e sicuro in cui – come in Alto Adige – gli ideali europei di pace e convivenza vengono praticati e promossi quotidianamente.

Contesto
L’Alto Adige, situato nel centro delle Alpi, a sud della principale dorsale alpina, è sempre stato un paese di frontiera e di transito. Le montagne, spesso percepite come una barriera, sono state attraversate da secoli e sono sempre state una cerniera importante tra il nord e il sud dell’Europa. Invece di essere una terra di confini e di divisioni, quest’area è sempre stata un luogo di intensi contatti commerciali, sociali e culturali, infatti, oggi è più multilingue e multiculturale che mai.

Installazione
I bivacchi sono piccoli rifugi di alta montagna di emergenza, che devono sempre essere aperti per svolgere la loro funzione vitale, al fine di garantire l’accesso a tutti coloro che cercano protezione in ogni situazione. La loro difficile accessibilità è un elemento caratteristico del loro fascino mitologico-alpinistico. Il bivacco originale esposto non solo è strettamente legato alla morfologia alpina, ma vuole essere un’allegoria dell’Alto Adige, la terra di transito e di scambio, nonché un luogo per accogliere le persone e superare i confini. Bivacco rappresenta una piccola Europa in questi tempi irrequieti, di riscoperta dei nazionalismi, un’Europa che si interroga sul suo futuro.

L’alloggio di emergenza, scelto per la sua funzione emblematica ed evocativa, è stato fornito dal famoso alpinista Reinhold Messner. Questo bivacco mostrato a San Servolo prende il nome da Günther Messner, fratello di Reinhold, che morì tragicamente nel 1970 quando scalò il Nanga Parbat.

La decisione base del curatore si basa sull’idea che gli artisti lavorino su due livelli del concetto di Bivacco. Il primo livello è quello “fisico“, con opere che interagiscono con l’architettura, i materiali, la funzione e lo spazio (limitato) del bivacco. Le opere sono create reagendo e interagendo con la struttura materiale di questo rifugio per completare o ridefinire la sua materialità. Il secondo livello è quello “metaforico“, cioè quello che si occupa del significato del “Bivacco” come luogo di meditazione, passaggio, accoglienza, scambio e superamento dei confini.

Gli artisti partecipanti sono Jacopo Candotti, Nicolò Degiorgis, Hannes Egger, Julia Frank, Simon Perathoner, Leander Schönweger e Maria Walcher. I loro lavori, che sono strettamente legati alla visione e al concetto del luogo di transizione, saranno mostrati nel bivacco.

Un catalogo con testi di Roberto De Martin, Hannes Egger, Hannes Obermair, Maxi Obexer e Christiane Rekade e Patrizia Spadafora completano il progetto artistico.

Bivacco è in mostra dall’11 maggio 2019 al 30 settembre 2019 nel grande e magnifico giardino dell’isola di San Servolo. L’isola è raggiungibile da San Marco (San Zaccaria) con il battello n. 20 (Vaporetto), www.servizimetropolitani.ve.it. L’installazione può essere visitata ogni giorno durante l’orario di apertura dell’isola.

Exit mobile version